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Charlotte Polignac.
Andrè la fissò per un attimo. Polignac, era il nome della
migliore amica della Regina, lo ricordava bene. <<Buffo, ti chiami
come una ragazzina che ho conosciuto>>, disse lui. La bambina lo osservò
in maniera interrogativa. <<Ma tu, tu sei Andrè, l’amico del
Capitano Oscar! Mi ricordo di te. Quella ragazza, Rosalie, veniva spesso
ai balli accompagnata da te>>. Andrè era sempre più perplesso.
<<Frequenti Versailles piccola? Se ti chiami Polignac dovresti essere
imparentata con la Contessa Yolande de Polignac>>. Charlotte lo guardò
con arroganza, <<lei è mia madre>>.
Andrè si
mise a ridere. <<Ma che dici! La Contessa di Polignac ha avuto solo
due figlie, Rosalie e....e una ragazzina che ebbe un tragico destino, portava
il tuo nome...>>. Charlotte lo guardò <<io sono quella ragazzina
se è per questo!>>. <<Ma cosa stai dicendo! Charlotte
Polignac è morta! Si è tolta la vita gettandosi dal tetto
di Versailles!>>. César si imbizzarrì e strattonò
la piccola Charlotte. Andrè fece un balzo in avanti per riprendere
le briglie del cavallo. <<Sono io quella ragazzina - ripetè
- io sono morta Andrè, tutti qui lo siamo>>. Andrè era visibilmente
impallidito. Morti? Ma cosa stava dicendo?? <<Pensaci Andrè,
pensa per un attimo dov’eri fino a qualche tempo fa, a com’eri..>>. Andrè
cercò di ricordare gli ultimi avvenimenti della sua vita. Oscar
che gli confessava di amarlo, il loro amplesso nel bosco, i disordini di
Parigi, gli spari, quel dolore al petto, la sua vista che si annebbiava,
le lacrime di Oscar, le sue grida ”Andrè! Perchè mi hai lasciata
sola!!!!!!!!!!!!!!!” Qualcosa, un varco, si aprì nella sua mente
e piano piano si rese conto che Charlotte aveva ragione, loro erano.....MORTI!
<<......NOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!>>
Si mise ad urlare,
copiose lacrime gli rigavano le guancie, si accasciò per terra e
si mise a battere i pugni sulla soffice sabbia dorata. Ecco il motivo per
cui ora ci vedeva benissimo!!!
Charlotte osservava
lo strazio dell’uomo chino ai suoi piedi, con occhi pietosamente rivolti
verso di lui. <<Andrè, non fare così, Andrè....>>
Perchè
era dovuto succedere? Perchè proprio a lui, a loro! Oscar!! Doveva
in qualche modo tornare indietro, non poteva lasciarla così. Il
suo cuore era lacerato da un dolore mai patito prima. <<Cristo!!!
Che devo fare!!! Devo tornare indietro!!!>> <<Non si puo’, a nessuno
è concesso>> disse Charlotte. <<Ci deve essere un modo maledizione!>>
<<Noi non
possiamo interagire col mondo dei vivi, possiamo solo osservare passivamente
gli eventi che succedono sulla Terra e aspettare che i nostri cari ci raggiungano.
Se vuoi, puoi osservare , io lo faccio spesso>>.
Andrè si
mosse verso la piccola e l’aiutò a salire in groppa al cavallo.
<<Charlotte, anche César è...>> non riuscì a
finire la frase. Lei annuì con espressione mesta. <<Ma Oscar
sta bene>>, questo rincuorò in poco Andrè.
Andrè si
guardò attorno per la prima volta: il mare, il sole tiepido, il
profumo della natura incontaminata. Era tutto così bello e rilassante,
era il Paradiso.
<<Charlotte,
perchè ci troviamo proprio qui? E’ dunque questo il Paradiso?>>
<<Per noi si - disse la bambina - ma ce ne sono tanti, ce n’e’ uno
per ogni uomo. Il Paradiso è tutto quello che tu hai sempre desiderato
in vita, è il luogo da dove nascono i tuoi sogni>>. Andrè
ripensò a quelle volte in cui con Oscar parlavano della Normandia.
Il periodo più bello della loro giovinezza l’avevano passato proprio
in quel posto: a rincorrersi sulla spiaggia e a stanare i granchi che si
nascondevano nella sabbia. Ricordi di un passato, ricordi di una vita.
Le lacrime gli
rigavano le guance: com’è effimero tutto quanto! Pensava di aver
raggiunto la felicità completa, insieme alla donna che amava e invece...
Senza rendersene
conto avevano raggiunto una casa. Era splendida e Andrè si accorse
che era esattamente la villa dove lui e Oscar avevano passato quell’estate.
Entrarono e il profumo di casa impregnò le narici di lui, <<Andrè,
qui ti è concesso fare quello che vuoi>> disse la ragazzina. <<Questa
è casa tua, puoi andare e venire>>
Entrarono in una
grande salone, appeso alla parete un quadro. Andrè rabbrividì,
quel quadro non era altro che ....quello che il pittore aveva dipinto ad
Oscar. Con gli occhi fissi sul ritratto, Andrè sentì le gambe
che vacillavano. Com’era bella la sua Oscar! Com’era fiera! Pianse disperatamente
<<Devo rivederla! Devo assolutamente stare con lei!>> <<Verrà
il suo momento Andrè, ti assicuro che verrà il suo momento.
E quando sarà l’ora, tu andrai a prenderla. Noi possiamo osservare,
comunicare con i cuori dei nostri cari, ma non possiamo intervenire, non
ci è dato, Andrè, concentrati e rivedrai la tua Oscar>>.
Andrè fisso
intensamente quel meraviglioso ritratto del dio della guerra. Il suo volto
angelico e la spada sguainata. La sua Oscar...sentì una sensazione
strana. Spazio e tempo non esistevano più, la sua mente vagava,
volava nell’aria e superò la barriera della morte.
***
Parigi, la notte
tra il 13 e il 14 luglio 1789.
Oscar singhiozzava,
seduta sulla scalinata della chiesa della Madeleine. Era come se fosse
morta. Non voleva vivere, che scopo aveva vivere? Andrè non c’era
più e lei non avrebbe vissuto senza di lui.
<<Comandante,
dovete farvi forza, Andrè vorrebbe così>>, la voce
di Alain le risuonava lontana, cosa ne poteva sapere lui! <<Non siete
l’unica ad aver perso qualcuno>>, lei ricordò per un attimo il dolore
straziante che si era impadronito di Alain alla morte di sua sorella Diane.
<<Alain, io...non ce la faccio, io voglio morire Alain, io non posso
più vivere in questo mondo quando il mio uomo non esiste più>>.
Il suo desiderio di morire era talmente grande che Alain ebbe paura che
lei potesse commettere qualche atto insano. <<Oscar, tornate indietro
con me, combattete ancora con noi, Oscar, in nome della Francia, non rendete
vano il sacrificio di Andrè>>. Aveva ragione. Non poteva tirarsi
indietro in quel momento. Non sapeva cosa avrebbe fatto dopo, ma ora doveva
seguire Alain, il suo posto ora era con i suoi uomini.
***
Mille sensazioni
si impadronirono del cuore di Andrè in quel momento. Ora lui non
era altro che anima e spirito, si accorse di poter udire delle voci che
provenivano da un altro mondo. Voci sconosciute, voci di odio e di vendetta.
Quella sensazione era tremenda, sembrava che ora lui avesse mille orecchi.
<<La senti Andrè? E’ la voce della Francia che piange i suoi
morti - Charlotte lo osservava - >>. <<Sì, lo sento, riesco
a percepire il male che c’è nei cuori degli uomini...>>
Ad un certo punto
una fitta al petto. Andrè sbarrò gli occhi e si portò
le mani al cuore. Un’altra fitta, che succedeva? Lui era già morto!
Non poteva morire un’altra volta!
Il dolore era
lancinante, nulla a che vedere con quello che aveva provato quando gli
avevano sparato.
Improvvisamente
si sentì trasportato in un vortice e proiettato in cielo.
Vide colori, nuvole
e ancora cielo.
Poi la vide.
Era per terra,
accasciata, dolorante e ferita. <<Oscar!!!>> gridò con tutte
le sue forze.
D’un tratto lei
sembrò sentirlo e sollevò gli occhi al cielo. Lui percepì
i suoi pensieri, aveva paura. Capì che anche per la sua donna era
giunto il momento.
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Una colomba...
In mezzo all’azzurro
del cielo e al fumo, lei vide una colomba. La seguì con lo sguardo,
con le poche forze che le erano rimaste.
<<...Andrè...Andrè...sto
per...>>
Molte persone
si accalcavano attorno a lei, cercando inutilmente di darle conforto e
strapparla alla morte. Ma era troppo tardi.
Oscar era invasa
dal desiderio di morire, di congiungersi finalmente con colui che aveva
amato più di tutto.
Chiuse gli occhi,
da lontano ancora quelle voci che cercavano di trattenerla, ma lei non
le ascoltava più. La colomba, dov’era la colomba....
****
Andrè si
ritrovò fuori dalla villa.
Charlotte, ora,
non c'era più.
Lui era sulla
spiaggia. Si alzò e inziò a ricordare.
Cercava febbrilmente
qualcosa, ma cosa?
D’un tratto in
lontananza vide una figura eterea, vestita di bianco che si stava avvicinando.
Montava un bellissimo cavallo bianco.......
Andrè sbarrò
gli occhi, riconobbe in quella figura la sua amata Oscar.
<<Oscar!!!!!!!!!!!>>.
Lei spronò
César che si mise a galoppare verso di lui.
Non le lasciò
il tempo di fermarsi, le corse incontro e, ancora con il cavallo trottante,
la tirò giù di sella.
<<Andrè!!!!!!!
Amore mio, sei tu!!!!!!!>>
<<Oscar,
sei qui!!!! Sei qui con me finalmente!!!!!!>>
Si abbracciarono,
inginocchiandosi sulla sabbia dorata. Il rumore del mare faceva da sfondo
alla loro immensa gioia.
Si baciarono,
come se fosse la prima e l’ultima volta e rimasero così per un’infinità
di tempo.
In quel luogo
senza nome e inaccessibile al resto del mondo, avrebbero finalmente continuato
a vivere felici, insieme. Per sempre.
Alex